giovedì 27 aprile 2017

Claudio Capraro

Sto guardando le foto del pellegrinaggio del giovedì santo. Sono passati sette giorni e ancora sto digerendo le emozioni di questa settimana Santa appena trascorsa, dovrò avere il tempo di metabolizzarle prima di poterle esternare compiutamente; nel frattempo, immaginando di aver avuto tra le mani una macchina fotografica, vi propongo alcune istantanee che ho impresso nella mia mente.

La prima è di domenica sera: un tempo dovevamo attendere che uscissero i giornali la mattina del lunedì santo prima di ascoltare commenti e sciocchezze riguardo le offerte delle gare, adesso in real time le possiamo leggere sui nostri smartphone a gara ancora in corso.

Un termine, purtroppo, molto noto negli ultimi tempi è hater: “Il termine dispregiativo hater si riferisce a una persona che esprime odio nei confronti di un determinato soggetto in spazi di discussione pubblica, in particolare in quelli presenti nel World Wide Web, come i forum e siti come YouTube. ..”. Noto con dispiacere che anche i nostri Riti, i confratelli e più in generale la nostra città sono ormai nel mirino di questa gente.

Mercoledì sera, salone del Santissimo Crocifisso, riunione degli aggiudicatari. ...Il Priore..Come un allenatore nello spogliatoio con i suoi atleti prima della partita più importante di tutto l’anno: al principio duro, nervoso, sottolinea gli errori del passato, poi in un crescendo ci esalta, ci esorta ed essere migliori, a tirare fuori il massimo; si scalda, ma continua battendo i pugni, alzando il tono della voce e alla fine l’applauso parte sincero e di cuore da parte di tutti.

Giovedì..Il sepolcro allestito sull’altare maggiore del Duomo invece che nel cappellone di San Cataldo. Una novità positiva a mio giudizio.

Vicolo San Martino all’uscita dal tempio di San Domenico. Il buio, la strada sdrucciolevole e sporca di escrementi e spazzatura.

Venerdì, il troccolante che non lesina di farsi scattare foto con i bambini. Nelle loro mani, nelle loro menti e soprattutto nel loro cuore il futuro dei nostri Riti.

I blocchi di cemento a chiudere le strade; i reparti operativi delle forze dell’ordine. Stiamo celebrando il funerale di Gesù, tutto questo può sembrare esagerato, ma il mondo intorno a noi sta impazzendo.

Il caldo di questi giorni è particolarmente strano. Abituati al freddo di quasi tutte le settimane maggiori, quest’anno quasi si suda.

Via Anfiteatro conserva inalterato il suo fascino. Posizionarsi lateralmente alla statua della Vergine Addolorata e guardare tutta la processione davanti è uno spettacolo unico.

Ti fermano per chiederti come mai la processione sia in ritardo, gli altri anni a quest’ora stava già all’isolato successivo. Percorri cinquanta metri e ti ferma qualcun altro per chiederti come mai la processione sia in anticipo, gli altri anni a quest’ora stava ancora all’isolato precedente. Percorri cento metri e qualcuno ci tiene a farti sapere che la tale banda non sta suonando come dovrebbe.

Torni indietro dall’altro lato della strada e qualcuno, senza che glielo abbia chiesto, ci tiene a dare un giudizio sul modo di portare la tale statua da parte degli aggiudicatari. E’ vero che dobbiamo fare penitenza, però a tutto c’è un limite!

Il sole che sorge alle spalle di San Francesco e scalda piano piano l’asfalto. Dai bar profumo di cornetti e di caffè. E’ mattina, è Sabato Santo e la troccola è già parecchio avanti.

Finalmente possiamo aprire il pacco. Ci era stato promesso un regalo e quando siamo quasi giunti al traguardo ci viene concesso di scartarlo. Un’ora. Un’ora ulteriore di processione. Un’ora ancora da poter passare li. 

E siamo felici come bimbi.