martedì 11 aprile 2017

Lo scorso anno Umberto ha compiuto il suo pellegrinaggio, ecco le sue emozioni!

Umberto De Angelis


Ci siamo preparati a lungo per questo appuntamento quaresimale e anche quest’anno siamo usciti di pomeriggio presto. Il tempo è uggioso, per strada poca gente, sentiamo un freddo alito di vento che si insinua dai fori del cappuccio. Dopo circa quattro ore di lento cammino, superando non poche difficoltà, con i piedi bagnati dalla pioggia sottile, finalmente siamo arrivati al primo appuntamento con Gesù Eucarestia.

Lungo la strada più volte abbiamo vacillato, scivolando e rischiando di cadere, ci siamo sorretti ai bordoni e alle preghiere e abbiamo sperato invano in un tempo clemente. Siamo così giunti a S. Francesco.

Calato il cappello sulle spalle, nella poca luce che attraversava gli stretti fori del cappuccio abbiamo visto i confratelli che ci precedevano già inginocchiati in adorazione.

Le nostre gambe sembravano legni e alla prima genuflessione pensavamo che non ci saremmo più rialzati, ma la forza di volontà superava ogni difficoltà, le medaglie che sbattevano sul petto ci scuotevano, eravamo lì pronti ad inginocchiarci per qualche minuto di adorazione.

Mi sono avvicinato al confratello inginocchiato a destra e ho sussurrato: “Sia lodato Gesù e Maria”, e di risposta: “sempre sia Lodato”, e la coppia che ci precedeva, dopo aver svolto con devozione tutti i segni di saluto, ha lasciato a noi il posto su quell’inginocchiatoio.

Quale privilegio essere stati lì davanti a tutti, così vicino a Te Signore per adorarti. Con il cappuccio alzato è stato più facile contemplarti. E così senza pensarlo le nostre labbra si sono “sciolte” e la voce delle nostre preghiere ha sovrastato il vociare intorno a noi, si è fatto silenzio, ho sentito che qualcuno ha bisbigliato: “ma pregano davvero….” e in cuor mio ho ripensato alle parole del Vangelo: «Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato» (Luca 6,37) e ricordarle proprio in questo momento di adorazione è stato utile anche per noi, che a volte troppo frettolosamente siamo pronti a giudicare senza ascoltare.


Da lontano abbiamo sentito un tintinnio di medaglie che si avvicinavano, il loro suono diventava sempre più percettibile, si è fatto di nuovo silenzio intorno a noi.

Quei minuti sono passati veloci, quante intenzioni, quanti propositi, quanto abbiamo chiesto e quanto abbiamo ringraziato per quello che Tu Signore ci hai donato e abbiamo ricevuto.

La coppia che ci seguiva era arrivata: “Sia lodato Gesù e Maria”, ed io: “sempre sia Lodato”….

Calato il cappuccio sul volto ci siamo alzati, le nostre gambe erano più forti; abbiamo salutato e ci siamo rimessi in cammino per il successivo Altare della Reposizione.


Il tempo era migliorato, non pioveva più e abbiamo camminato, figlio mio, sostenendoci l’un l’altro come abbiamo fatto sempre nel nostro lento dondolare, in quella nazzècata dolce, che ci culla come figli nelle braccia della nostra Madre, alla ricerca di Suo Figlio.