martedì 23 maggio 2017

In occasione del terzo anno dall'Incoronazione Canonica della statua dell'Addolorata e del nostro pellegrinaggio insieme a Lei sul sagrato di San Pietro del 21 maggio 2014 ripercorriamo questa settimana gli articoli scritti in quei giorni per rivivere quelle spledide emozioni vissute insieme. 

Valeria Malknecht

Roma, la più bella città del mondo, non ci sono dubbi.

È pura magia all'alba, quando il sole accarezza i suoi colli.

È sorprendente con i colori della sera, quando i suoi monumenti e le sue strade diventano lo scenario giusto per un abbraccio indimenticabile o per immortalare un bel ricordo. 
Ma questa volta Roma è stata ancora più magica e speciale perché il valore aggiunto alla sua bellezza e alla sua magia glielo ha dato Lei.

È avanzata in silenzio fra la folla che attendeva da ore il proprio Papa Francesco, come se fosse anche Lei un’Ospite illustre ma, nello stesso tempo, una madre qualunque, parte della gente comune.

Anche noi eravamo lì per il Papa, è vero. Ma dal primo momento in cui siamo entrati in piazza San Pietro il nostro pensiero è volato verso di Lei. L'incertezza del quando, del se e del come la nostra Addolorata sarebbe stata coronata da Papa Francesco ha reso più bella la nostra attesa, benché più irrequieta. Un'attesa che ci ha visti boccheggiare sotto il primo sole cocente di una preannunciata timida estate.

Poi finalmente è arrivata inaspettata, per quanto attesa da tutti noi.

Nel chiasso della folla è apparsa in silenzio, come sempre siamo abituati a vederla… ma questa volta sullo sfondo c'era la Basilica di San Pietro e, davanti a Lei, un mare infinito e variegato di gente. 

È stato come vederla per la prima volta in vita mia. Il mio personale stupore è stato lo stesso di un fedele di Napoli che in quel momento era al mio fianco e che si domandava da dove venisse una così bella statua e perché fosse lì.

L'emozione di vedere l’Addolorata nazzicare sul sagrato della Basilica è stata per me simile a quella provocata dal primo sorriso inaspettato di un bambino: più o meno puoi immaginare cosa si può provare, ma non ti rendi davvero conto di quanto sia meraviglioso fino a che non lo vivi e non lo vedi con i tuoi occhi.

Questa volta non c'era la nostra città, non c'era la chiesa del Carmine e non c’era via d’Aquino a farle da cornice. 

Stavolta lo scenario dietro di lei era quello maestoso ed imponente di San Pietro, simbolo di arte, di fede e di storia. Inusuale ed insolito e proprio per questo del tutto particolare, da togliere il fiato.

Ma le Sue movenze erano le stesse, inconfondibili: i capelli che si spettinano al vento, il vestito nero che oscilla di poco nell'incedere, il cuore ed il fazzoletto che ondeggiano simmetricamente.

Quando poi in piazza é giunto il Santo Padre per l'udienza generale, l’emozione è stata davvero completa. Il suo é stato un sorriso instancabile, non lo ha negato a nessuno così come non ha negato alla folla il privilegio di benedire i bambini o anche solo di sfiorare le sue mani.

Rapita da tutto questo, ero al mio posto, piccolina fra la folla immensa, ma consapevole di aver presenziato ad un evento unico: la nostra Madre Addolorata in piazza San Pietro che incontra Papa Francesco e viene da lui incoronata e benedetta.

L’abbiamo accompagnata con amore e devozione, come da sempre facciamo in occasione dei nostri Riti.
Anche Taranto è stata a suo modo presente in quella piazza e ha reso la propria testimonianza di fede, donandola simbolicamente al Santo Padre che nel benedirla ha benedetto i pensieri e le preoccupazioni dei nostri cuori e che quotidianamente affidiamo alla protezione della nostra Mamma.
Quella corona, segno della regalità del dolore di Maria, ci ricorderà nel tempo di quando un Vescovo di Roma, in un caldo giorno di maggio, si raccolse in preghiera davanti a Lei, proprio come noi facciamo quotidianamente nella nostra Chiesa.

E quella stessa corona ci farà memoria della nostra presenza in quella piazza, con Lei.