martedì 10 aprile 2018

Luciachiara Palumbo - San Francesco 


Giunti a metà del cammino della Processione dei Misteri e quasi alle battute finali di questa nostra passeggiata, non possiamo che proiettarci in due delle immagini più significative del triduo tarantino. Da scout aspettavo ansiosamente di raggiungere l’età giusta per partecipare alla Processione ma ancor di più per gustare il momento del riposo in San Francesco di Paola.

Il silenzio della stanchezza accompagnava i passi lentissimi dei confratelli che, percorso un tratto di navata, posavano delicatamente i simulacri.


L’atmosfera che si respirava era molto diversa da quella del Carmine, nei momenti precedenti l’uscita del corteo. Il meraviglioso buio e il vuoto di questo tempio consentivano di avvicinarti con circospezione alle Statue e così guardarle come mai prima era stato possibile fare. 

Gli occhi arrossati dei nostri perdune trovavano riposo dall’aria pungente di una notte abbastanza fredda e si chiudevano leggermente non di certo per dormire ma per riposare, per pregustare la fatica delle ore successive, immensamente belle ma anche difficili. 

Così ci ritrovavamo tutti lì, seduti sui banchi laterali, scambiandoci qualche parola ma soprattutto sguardi complici di stanchezza e malinconia perché quella lunga strada che si presentava davanti ai nostri occhi, all’uscita della Chiesa, era l’ultima da percorrere.

 Oggi, questo momento di riposo ha offerto la possibilità a tutti i tarantini di osservare da vicino quegli amatissimi simulaci verso i quali Taranto nutre una profonda devozione... Essi sono il tesoro di Taranto e non solo della confraternita.                                                  

Nel bellissimo video “Mistero e Sgomento”, il regista ha saputo cogliere e rappresentare alla perfezione questa delicatissima fase del corteo processionale. Quando nuovamente le statue usciranno per strada, la città sarà immersa nel silenzio e anche i suoni delle marce saranno dolci, perderanno molto della loro potenza iniziale.


 Può ciò sicuramente derivare dalla stanchezza dei bandisti, soprattutto di coloro che ininterrottamente hanno prestato servizio ai vari momenti tradizionali ma preferisco pensare che la musica si adegui all’ora in cui viene eseguita, diventi una soave ninna nanna che culla Gesù sulla strada verso il Sepolcro. 

Il ritmo processionale si rallenta, anzi quasi si ferma davanti al sagrato della Chiesa di San Francesco tanto che io ricordo quelle ore come infinite e una profonda tentazione si insidiava dentro di me “Vai a casa…chi te la fa fare”. E’ l’ora dell’intimità, è l’ora in cui la Settimana Santa diventa davvero una “cosa” nostra e credo sia il momento di maggiore contatto con la gioia piena, con l’Immensità e azzarderei con la vera felicità. 

Siamo soli con noi stessi, siamo soli con Dio e nella debolezza umana del sonno recuperiamo il nostro rapporto con il Creatore perché sacrifichiamo la carne per elevarci, sacrifichiamo i nostri bisogni primari per colmare la sete più grande di Amore. 

Non riesco a spiegare più di così il sentimento impetuoso che nasce dentro di noi, quella necessità folle di sentirci Suoi e solo Suoi… Dunque questa è la forza motivante che ci conduce all’alba di un nuovo giorno, un giorno triste senza dubbio ma con un ruolo fondamentale: l’essere preludio di quella Pasqua che dona significato al nostro cammino di vita. 

Quella è la reale meta anche se nelle primissime ore di Sabato Santo la nostra mente è orientata altrove. Via Anfiteatro si colma di nuovo di gente, persone che corrono verso Piazza Carmine per riuscire a vedere il fatidico momento ma anche persone che restano affianco ai simulacri e cercano con lo sguardo di bloccare il tempo in un secondo infinito. Con lo schiarirsi del cielo la via di Casa diventa triste da percorrere e le ore finali corrono come non mai, per cui in uno sbatter di ciglia la Vergine svolta su Via Matteotti, accedendo da lì in Piazza…


Qui si conclude il nostro percorso... una immaginaria passeggiata tra le vie della Passione. Intenzionalmente non racconto cosa accade nella Piazza in quel Sabato Santo mattina perché tra qualche ora potremo gustare realmente l’apertura del portone. Spero, mi auguro, che queste pagine possano essere una guida in questo cammino alla riscoperta della Bellezza di Dio. Decor!